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Vacanze e DSA come comportarsi?

  • Dott.ssa Carmela Internicola
  • 31 lug 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Lo sapevi che?

Durante il periodo d’interruzione delle attività scolastiche i bambini con DSA rallentano le loro capacità di lettura sia in termini di velocità che di accuratezza, poiché la consistente riduzione di attività, provoca un rallentamento delle abilità anche alla fine del ciclo della scuola primaria.

Queste osservazioni,sono state fatte sulla base di alcune ricerche in ambito neurologico, le quali evidenziano come lo sviluppo neurologico atipico dei bambini con DSA non accumula l’esperienza allo stesso modo di come accade per la grande maggioranza dei bambini.

Questa, letteralmente, è la vera caratteristica della “disabilità specifica dell’apprendimento” e ne costituisce il sintomo più evidente, ma al tempo stesso più incomprensibile, sfuggente e inaccettabile.

Come può accadere che l’esercizio non produca effetti? Il progresso lento e latente che avviene nelle ore successive al periodo di allenamento, considerato la base per la successiva fase di consolidamento di un’abilità, in molti dislessici non sembra manifestarsi. Mentre nei gruppi di controllo la traccia che si è costruita attraverso l’esercizio ripetuto sembra continuare a consolidarsi, nel caso dei dislessici sembra degradarsi, se non addirittura dissolversi.

Allora che fare? I dislessici non dovrebbero mai andare in vacanza per mantenere sempre “oliato il sistema” ed evitare che si arrugginisca? Ovviamente questo sarebbe veramente paradossale che bambini costretti tutto l’anno a compiere molti più sforzi degli altri e a sopportare fatiche e frustrazioni fossero privati del giusto riposo. Tuttavia, bisogna pur considerare che questo riposo per loro ha delle conseguenze e quindi cercare dei modi alternativi di continuare l’allenamento. Basta solo uno sforzo di creatività, per esempio, potrebbe essere questo il momento per introdurre in modo continuativo l’uso del computer per leggere libri, senza l’assillo di prepararsi per il giorno dopo, oppure per ascoltare audiolibri senza dover per forza odiare la narrativa che viene proposta durante l’estate. Insomma, la necessità di mantenersi allenati potrebbe trasformarsi in un’occasione per provare strategie e strumenti di compenso che potrebbero cambiare definitivamente l’approccio allo studio per i dislessici.

 
 
 

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